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2014 18 aprile

Il paradosso del Giro della Regione Friuli Venezia Giulia

Il paradosso del Giro della Regione Friuli Venezia Giulia

Una situazione paradossale: solo così può essere definito quello che sta vivendo, in questi ultimi mesi, il Giro della Regione Friuli Venezia Giulia. Una corsa, anzi, la corsa per eccellenza che si svolge in Italia per Under 23 ed Elite a livello internazionale.
Tanto per far capire la portata dell’evento, andiamo a vedere l’albo d’oro: Felice Gimondi (1963), Marino Basso (1965), Claudio Chiappucci (1984), Gilberto Simoni (1991 e 1993), Gianluca Brambilla (2009), Diego Rosa (2012).
Questi nomi da soli bastano per far capire quanto questa corsa sia importante. Ma non solo: sappiamo bene che è importante far correre i giovani, in quanto senza questo tipo di gare non sarebbe possibile avere dei vivai. Tutti vogliono i campioni professionisti, ma da dove possono uscire fuori se non ci sono le gare?
Sembra una riflessione scontata, ma nel ciclismo odierno sembra non esserlo. Quante corse tra le categorie giovanili rischiano infatti di sparire, oppure sono già scomparse? Ma nel “caso” del Giro
della Regione Friuli Venezia Giulia il paradosso è un altro: l’organizzazione sta infatti trovando delle difficoltà enormi a causa della concomitanza con il Giro d’Italia, la corsa più importante del
nostro Paese. 
La regione friulana, come è noto, quest’anno ospiterà il grande arrivo a Trieste e il giorno precedente ci sarà una tappa importantissima, da Maniago al Monte Zoncolan: un nome che stuzzica la fantasia dei tifosi che, anche in Friuli, sono tantissimi. “Non vogliamo fare polemica con il Giro d’Italia, anzi - ci spiega l’organizzatore del Giro della Regione Friuli Venezia Giulia, Giovanni Cappanera, che abbiamo contattato telefonicamente - anzi, siamo contenti che ci sia una
corsa così importante. Il problema però è un altro: la corsa rosa ha una maggiore visibilità della nostra e quindi noi veniamo oscurati.
I fondi sono diventati di meno del previsto. Già tantissime nazionali e tante formazioni Continental si sono iscritte, però navighiamo ancora nell’incertezza. 
I contributi per noi sono diminuiti drasticamente; in tempi di crisi, inoltre, è difficile chiedere uno sforzo supplementare ai nostri sponsor”.
Ad oggi, 9 aprile, il Giro del Friuli regna quindi nell’incertezza: “molto probabilmente saremo costretti a cambiare date - spiega Cappanera - abbiamo già parlato con la Federazione Ciclistica Italiana per fare uno spostamento nel calendario e ci sono venuti incontro.
Certo tutto è molto difficile, addirittura nei giorni scorsi ho fatto un appello su internet ai tifosi di aiutarci con delle offerte spontanee e ho chiesto anche aiuto alle squadre, chiedendo loro una somma per cercare di coprire alcune delle spese.
Noi non vogliamo mollare il Giro della Regione Friuli Venezia Giulia,
perché crediamo che l’evento possa essere una grande vetrina per tutte le aziende che decidono di investire nella nostra corsa oltre che, naturalmente, un'occasione per far sviluppare il turismo.
Ma soprattutto l’Italia rischierebbe di perdere una corsa giovanile importantissima e noi faremo di tutto per non farla sparire”.
11/04/2014
Scritto da Carlo Gugliotta